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Ciò che inferno non è


Ciò che inferno non è è un libro scritto da Alessandro D’Avenia e pubblicato nell’ottobre del 2014. L'autore, oltre a scrivere libri, insegna Lettere al liceo classico, e spesso fa visita in altre scuole per trattare argomenti come l’adolescenza e i cambiamenti che possono avvenire in questo periodo della vita. Il personaggio principale della storia è Federico, un ragazzo di diciassette anni. La vicenda è ambientata a Palermo, città natale del protagonista.È piena estate e Federico, mentre si prepara a partire per Oxford dove passerà alcuni mesi per studiare, incontra un prete particolare soprannominato “3P” (Padre Pino Puglisi) che cambierà la sua vita. I due una volta conosciutisi iniziano a frequentarsi fino a quando un giorno “il Don” gli chiede di aiutarlo con alcuni ragazzi che devono studiare perché poveri e troppo vicini alla mafia, presso il centro da lui fondato e situato a Brancaccio, quartiere difficile della città. Dal momento in cui Federico decide di dare una mano a questi ragazzi meno fortunati di lui, inizia a riflettere e a capire che fino a quel momento non stava ancora vivendo appieno la sua vita. Ma dopo un po’ di giorni iniziano i primi problemi perché una sera il ragazzo torna a casa senza bici e con un labbro spaccato, scoprendo che in questo quartiere non esistono solo amici come i suoi coetanei ma anche nemici come il Cacciatore, mafioso che per dar da mangiare a sua figlia uccide a sangue freddo creando scompiglio e paura in tutto il quartiere.Grazie a questa esperienza Federico incontra Lucia, una ragazza che non ha paura di nessuno e che cerca di combattere ogni giorno per la sua libertà e la sua voglia di andare avanti; e proprio per queste caratteristiche presto se ne innamorerà.Lo scrittore con questo libro ci vuole trasmettere molti insegnamenti, per esempio che è importante non mollare mai, non avere paura di chi con la forza cerca di toglierti la libertà e che bisogna continuare ad andare avanti anche nel nostro piccolo contribuendo alla giustizia, ad esempio non avendo paura di denunciare la mafia.Attraverso la storia di Federico, l’autore vuole far conoscere anche la personalità di un uomo, don Pino Puglisi, che per lottare contro l’ingiustizia ha fatto tanto e che ancora oggi dovremmo ringraziare perché è riuscito nel suo piccolo a farsi sentire e a non arrendersi mai arrivando addirittura a sorridere quando un mafioso gli ha sparato un colpo in fronte.A me ha molto colpito il fatto che questo ragazzo poco più grande di noi è cambiato per aiutare gli altri, rischiando ogni giorno la sua vita e “perdendo” una parte del suo tempo; leggendo questo libro ho trovato un motivo in più per andare avanti non arrendendomi di fronte a niente, perché se un ragazzo di diciassette anni è riuscito a tirare fuori tutta questa forza di volontà, posso anch’io impegnarmi nei problemi quotidiani.

M. III E

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