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Junior Nzita Nsuami lascia il segno. Un altro caso di infanzia negata.

L'ex bambino soldato Junior Nzita Nsuani commuove tutto il pubblico dello ZAC! raccontando la sua difficile vita.

Lunedì 9 novembre presso lo ZAC! si è tenuta la conferenza del kadogo Junior Nzita Nsuami, arrivato direttamente dalla Francia e accompagnato da un'interprete e un professore referente per Emergency. L'incontro è stato organizzato da Libera e da associazioni che svolgono attività caritatevoli in Africa. Junior oggi ha circa 30 anni ed è stato un kadogo, che nella lingua congolese significa "una piccola cosa senza importanza", cioè un bambino soldato. Junior è nato nella Repubblica Democratica del Congo. Questo Paese con ingenti quantità di risorse minerarie come il coltan, è potenzialmente ricchissimo, ma tutt'oggi rimane uno degli Stati più poveri del mondo. Come migliaia di altri bambini, Junior è stato rapito dal collegio in cui studiava quando aveva solo 12 anni, caricato su dei container e condotto fino a un campo di addestramento. Racconta che una volta arrivati, i bambini venivano disumanizzati, resi simili a dei robot e non più in grado di provare alcuna emozione. "Quando siamo arrivati al campo di addestramento ci hanno detto che da quel momento in poi saremmo stati considerati come soldati regolari, come uomini" spiega Junior. "Ci hanno disumanizzati per farci combattere". Per far prendere loro in mano un fucile e uccidere le persone che stavano dalla parte opposta: bambini abituati a uccidere e a torturare, senza alcun futuro. Così per lui è iniziato l'inferno. Lo hanno costretto a fare qualunque cosa, gli hanno insegnato a sparare e a uccidere senza porsi domande o problemi. Successivamente è stato costretto ad attraversare tutto il Paese combattendo, alla conquista della capitale. Nel corso della sua esperienza di guerra ha partecipato a numerosi scontri armati dove molti suoi amici hanno perso la vita; è stato anche vittima di rapimenti e sottoposto a torture. Le lacrime arrivano agli occhi quando Junior parla della morte del suo amico; tutti i ragazzi per il loro compleanno ricevono cellulari, videogame, libri, vestiti... lui invece assiste alla morte del suo amico nel momento in cui una granata lo divide in due, ritrovandosi così tra le braccia solo la parte superiore del suo corpo.

Quando è riuscito a fuggire è arrivato per lui il momento di riprendersi, di ricominciare da capo, di rifarsi una vita. Ma è stato più difficile di quanto pensasse. "Mi chiamavano boia e i genitori non lasciavano che io giocassi con i loro figli. Mi chiudevano la porta in faccia". Per anni Junior non è riuscito a dormire più di due ore a notte e i sensi di colpa lo tormentavano continuamente, ma ora si sta riprendendo.

Come per il fenomeno delle spose bambine, anche il suo è un caso di infanzia negata. I bambini, infatti, vengono strappati dalle loro famiglie e non avranno mai più la possibilità di crescere con il giusto affetto né frequentare la scuola, senza la quale non trovano un posto nel mondo del lavoro divenendo facili vittime della prostituzione e della droga. Essi vengono spesso usati come scudi umani, avanzano in prima linea e fanno esplodere le mine nascoste nel terreno proteggendo così i soldati da eventuali infortuni. “Venivamo usati come scudi umani per le mine anti-uomo, ci mettevano in prima linea per essere colpiti dai proiettili e dicevano che uno di noi valeva come cento adulti, quindi erano più importanti loro” racconta Junior.

Oggi Nzita Nsuami è ambasciatore di buona volontà dell'Onu che dal 1989 ha sancito i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza con la Convenzione approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Inoltre è il fondatore dell'organizzazione no-profit Paix pour l'enfance che ha come obiettivo proteggere i ragazzi, sostenerli in modo tale che riescano così a frequentare la scuola e a ricevere un'istruzione in modo da avere un futuro sereno senza dover vivere un' infanzia triste e dolorosa. Spesso aiuta anche i suoi ex compagni soldato che non hanno avuto la fortuna di istruirsi, dato che la maggior parte delle volte questi bambini vengono esclusi dall'intera società. Junior ha scritto anche un interessante libro chiamato Si ma vie d’enfant soldat pouvait être racontée e tradotto in Inglese e Tedesco.

Dopo il suo intervento un coro afro, di cui fa parte anche la nostra professoressa d'Inglese, ha cantato una ninna nanna del Congo in ricordo di tutti i bambini che sono morti per gli errori degli adulti. Hanno fatto commuovere sia Junior sia tutto il pubblico, che ha ricambiato con un fragoroso applauso. È seguito un dibattito molto attivo anche grazie alla partecipazione di ragazzi che avevano ascoltato la conferenza.

Questo incontro ci è servito molto a comprendere ulteriormente la vita di alcuni bambini di altre parti del mondo e quanto sia prezioso per noi andare a scuola, anche se a volte ne dubitiamo. Junior ci ha fatto capire la terrificante realtà che si cela dietro le guerre. Ogni bambino al mondo ha il diritto di vivere sereno e godersi l'infanzia: deve giocare, nutrirsi, istruirsi e crescere libero: questa è la civiltà. Grazie, uomo congolese, per averci insegnato che si può sempre cambiare e scegliere.

III E

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